-Salve a tutti, prima di incominciare con l'intervista vera e propria, puoi presentarti ai lettori?
Ciao a tutti! Grazie per questa intervista. Il mio nome è Marco Angelo, soprannominato "The Hooded Guitar". Chi mi conosce mi chiama anche "il chitarrista incappucciato".
- Puoi parlarci del tuo progetto musicale e di come è nato?
Il progetto nasce qualche anno fa con lo scopo di proporre sia della musica strumentale originale, sia rielaborando delle colonne sonore di film , videogiochi ed anime giapponesi.
Il progetto è principalmente caratterizzato dalle chitarre elettriche (Marco Angelo) e dai suoni campionati con ausilio di tastiere Seaboard (Carl Anthony Lorenz).
Siamo un duo anche nei Live dove le basi preregistrate di basso e batteria ci aiutano a sostenere uno show che ,con nostra grande gioia e sorpresa, sta piacendo sempre a più persone.
- Come avete pensato al vostro nome? Potete ripercorrere la genesi ed il significato di esso?
Il nome deriva dal mio modo di essere, ossia una persona riservata che ama rimanere nell'anonimato. Il cappuccio che uso è il simbolo di ciò. Suonando principalmente la chitarra ne è scaturito questo nome.
- Quale sono le vostre influenze e da chi vi siete ispirati?
Sono partito ascoltando i Nirvana per poi arrivare a generi più tecnici come Racer X, passando per chitarristi come Joe Satrani e la leggenda Van Halen.
Mentre Carl Anthony Lorenz si è formato ascoltando principalmente I Rage Against The Machine, Linkin Park e Skrillex.
- Elencatemi le vostre band preferite, per ciascun componente del gruppo?
Tuttora tendiamo ad ascoltare gruppi a cui ci siamo ispirati, in parte elencati prima, anche se non come un tempo. Oltre a ciò, attualmente Carl Anthony Lorenz ama molto ascoltare gli Arctic Monkeys ed i Muse, mentre io solitamente ascolto i Killswitch Engage ed i Lamb Of God, giusto per citare un paio di nomi a testa.
- Come componete le vostre canzoni?
Ci sono varie strade. Capita spesso di partire da qualche assolo che sogno durante la notte (è vero), per poi costruirne attorno il tema. A volte l'idea parte da Carl Anthony Lorenz, improvvisando sulla sua SeaBoard, tastiera molto particolare dalle infinite possibilità.
- Raccontateci della vostra prima esperienza live e della vostra più recente!
La prima volta che abbiamo esordito uno fianco all'altro on stage fu in Giappone, precisamente a Tokyo nel 2017. Un'esperienza incredibile davanti ad un club che era sold out. Prima di ciò Carl mi aiutava dietro le quinte nei miei concerti one man band. Ma per affrontare un tour cosi importante decisi che era il momento di cambiare qualcosa, proponendo quindi uno show con due componenti sul palco. Devo dire che non ci siamo pentiti di ciò.
L'ultimo concerto fu in Italia, precisamente a Treviso verso la fine del 2020. Come tutti, causa pandemia, non abbiamo potuto esibirci granché , dovendo anche annullare un nuovo tour per il Giappone a meta' 2020.
- Avete mai avuto "ansia da palcoscenico"? Avete qualche suggerimento per i neofiti?
Ovviamente è capitato in alcune situazioni dove sapevamo di esibirci davanti a molte persone. Come dice Carl, essere in due sul palco e vedersi davanti un migliaio di persone appena si apre il sipario non è cosi semplice per noi. Ma quando senti il pubblico che reagisce in modo positivo, solitamente l'ansia se ne va. Noi facciamo molto spogliatoio e prepariamo ogni concerto come fosse una finale dei mondiali. Tutto questo aiuta e da una forte sicurezza.
- Cosa pensate dei vostri fan? Quale è l'aneddoto più strano legato a loro?
Io penso siano meravigliosi proprio perché non credo sia semplice ascoltare prolungatamente musica strumentale, per quanto si divertano ai nostri show. Noi li adoriamo anche per questo. Aneddoti ce ne sarebbero parecchi (di cui alcuni non posso citarne causa fascia protetta... :-) ) Sicuramente uno di particolare è capitato a Tokyo durante il nostro secondo tour in Giappone nel 2019. Eravamo nella hall della sala concerto che anticipava uno dei nostri show. Ad un certo punto sono entrati dei followers ed appena hanno visto Carl si sono fiondati verso di lui, chiedendogli foto ed autografi. Io ero accanto a lui ma nessuno chiedeva nulla a me. Ero praticamente messo da parte finche' non decisi di indossare il cappuccio. Appena indossato, rimasero per un secondo quasi imbarazzati e sorpresi, cominciando poi a chiedermi gli autografi. E' stata una scena parecchio divertente. Non siamo cosi famosi in quella terra, ma chi ci segue lo fa supportandoci in modo unico.
- Prima di concludere vi lasciamo spazio per aggiungere le ultime cose!
Ringraziamo tutto il vostro meraviglioso staff per averci ospitato in questa intervista. Naturalmente mandiamo un enorme grazie a tutti i lettori e sostenitori, cui senza di loro non saremmo ciò che siamo. Vi lascio con il nostro motto: Stay Hooded!
Marco Angelo
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